Questo è il momento dell’anno in cui tutto si risveglia… I bambini rientrano a scuola, si riprende il lavoro dopo le ferie di agosto. In un certo senso l’anno comincia ora, con l’inizio di Settembre. Per educatrici, educatori ed insegnanti è il momento di acquistare una nuova agenda in cui segnare riunioni, collegi docenti, colloqui con i genitori, compiti in classe; organizzare le attività con i bambini, progettare gli spazi, pensare all’anno passato per trarne insegnamenti per quello che sta per cominciare.
I coordinatori hanno un ruolo importante in questo periodo dell’anno, per questo ho pensato a tutti voi (noi).
Cari Coordinatori, Care Coordinatrici,
ora tocca a voi! Coinvolgere l’equipe di lavoro, creare gruppo, far emergere i bisogni, le risorse, le fatiche e le possibili soluzioni, sono solo parte del lavoro che vi aspetta.
Cosa sognano i membri del mio gruppo? Quali sono state le loro delusioni nell’anno passato? Che cosa non ha funzionato e quali strategie si possono attuare per superare quelle difficoltà? Come immaginano il nuovo anno? Quali aspirazioni hanno? Come pensano di poter essere sostenuti?
Portare alla luce è fondamentale per poter comprendere e sostenere, per affrontare, snocciolare, discernere, smontare, rafforzare, mitigare, mediare. Chi non si prende cura del proprio gruppo di lavoro, rischia di perdere e perdersi parti fondamentali per la buona riuscita del proprio progetto.
Come in famiglia, così sul lavoro, i bisogni di tutti vanno presi in seria considerazione, portando in alto però i bisogni del progetto stesso.
È così che le riunioni d’equipé vanno pensate, ponderate e preparate nei minimi particolari, al fine di fare arrivare il messaggio “Siamo insieme ed insieme si può” perché senza il gruppo, inteso come unità, come forza, non esiste nessun progetto.
La cura del gruppo, di ogni persona che fa parte della propria squadra, di ogni professionista e professionalità, passa attraverso la conoscenza, la relazione e la medesima concezione nonché direzione che il progetto stesso deve assumere. Prendersi cura di chi cura ogni giorno il nostro progetto, stabilire confini invalicabili, predisporre terreni di ascolto e confronto, di apertura di orizzonti e prospettive, in un’ottica di collaborazione per migliorare , è parte integrante e fondamentale per la vita stessa del nostro disegno.
Ci si può dunque esimere da tutto questo? Dipende da che cosa si vuole essere: un coordinatore o un capo? Voglio obbedienza o cooperazione? Desidero dipendenti o collaboratori? Delegare o affidare? Desidero che il mio progetto vada avanti anche senza di me o mi voglio sentire indispensabile? Ogni creatore dovrebbe porsi queste domande prima di scegliere il proprio gruppo di lavoro, perché cambiano visioni, strategie e persone che possono partecipare al progetto.
E’ l’obiettivo che fa la differenza! Il bisogno su cui mi muovo fa sì che io stabilisca la mia azione coordinativa, per questo il lavoro su di sé è parte inevitabile del processo.
Sicuramente quando si sceglie un gruppo di collaboratori, se si hanno chiari i propri bisogni, il proprio obiettivo e la direzione che si vuole dare al progetto, si avrà un occhio più clinico, si porranno delle domande chiave che ci porteranno a comprendere il tipo di persona che abbiamo di fronte, se le sue aspirazioni di vita sono compatibili, simili e vicine alla nostra idea o se si discostano talmente tanto che sappiamo già che non potranno essere parte integrante del nostro disegno progettuale in termini di risorse da cui attingere. Se io nella mia vita faccio l’insegnante ma vorrei aprire un bed and breakfast, è chiaro che le mie energie, le risorse verranno piano piano disinvestite per avvicinarmi al mio progetto di vita. Se invece per affinità intellettiva o di spirito ci si incontra avendo le stesse prospettive di vita, sappiamo che possiamo investire energie, formazione e collaborazione in questa persona. Non possiamo basarci su un curriculum. Gli studi compiuti sono certamente importanti, ma è la persona che fa la differenza, se non si parte dal tessere una relazione con la persona (e non con il professionista) sarà facile prendere abbagli. E’ chiaramente un investimento non indifferente da parte del coordinatore, ma il suo ruolo lo investe di quella responsabilità che non può esimersi dal compiere.
Tutto questo sudore, questa fatica, questo investimento, verranno ricompensati? Io penso di sì. Penso che quando si crea un progetto importante e lo si porta avanti con chiarezza, con amore, con professionalità, le persone che vi ruotano intorno con te saranno investite degli stessi sentimenti e se saranno in sintonia le vedrai orbitare nel tuo stesso spazio al tuo stesso ritmo.
Chi pensa a te? Chi pensa al coordinatore? In primis ci pensi tu stesso, perchè tu fai parte di quel gruppo di cui prenderti cura e, se sei bravo e un po’ fortunato, il tuo team ti restituirà la stessa cura.
Io sono stata molto fortunata.
È settembre, un nuovo anno è cominciato, un anno tutto da inventare, dove migliorare e dove sbagliare, a cui dare e da cui prendere. Lasciatevi meravigliare!
Manuela Griso