Il Carnevale, con la sua tradizione di travestimenti e maschere, offre uno spunto interessante per riflettere su come, nella vita, ci sia una continua alternanza di ruoli che assumiamo in base alle situazioni e ai contesti. Questo gioco di identità può sembrare, in apparenza, un’esperienza di frammentazione, dove la persona si “perde” nel labirinto delle varie maschere che indossa, ma, in realtà, può essere un’occasione per esplorare, comprendere e integrare vari aspetti di sé. In questo senso, il Carnevale diventa una metafora potente del processo di crescita e di identità.

1. L’importanza del gioco e dell’espressione di sé:  Il Carnevale, come il teatro, offre loro un’occasione per esprimere se stessi in modo creativo, esplorando diverse identità e fantasie. Ogni travestimento non è solo un gioco di apparenza, ma anche un’opportunità di esplorare diversi aspetti della propria personalità. Ad esempio, travestirsi da eroe, da animale o vestire i panni di un personaggio storico consente al bambino di riflettere su temi come il coraggio, la libertà, il cambiamento, l’empatia. Questa possibilità di sperimentare “chi si può essere” aiuta i bambini a sviluppare una consapevolezza più ampia delle molteplici dimensioni della loro personalità.

2. La frammentazione come processo di integrazione: Può sembrare che i bambini, passando da un ruolo all’altro, stiano costruendo una personalità frammentata. In realtà, questo processo di continua esplorazione e adattamento ai diversi ruoli è essenziale per il loro sviluppo. La frammentazione non è un’assenza di coerenza, ma la manifestazione della complessità della persona. Ogni nuovo ruolo, maschera o comportamento che il bambino adotta, porta con sé un “io” sempre più complesso e pieno di sfumature.


Perché, dunque, il Carnevale, o il teatro, ci piacciono così tanto?
Perché possiamo essere qualcun altro, qualcuno anche di molto lontano da noi, ma nessuno ci può giudicare perché stiamo dicendo platealmente “è una maschera”. Questa dichiarazione delegittima noi e l’altro dal giudizio. Posso permettermi di farlo perché è un gioco. Vale per gli adulti (posso rivestire il ruolo di qualcuno che disprezzo o che potrebbe generare giudizio negativo, senza sentirmi in colpa perchè quello “non sono io”) e vale per i bambini; ad esempio possono fare i poliziotti e rinchiudere mamma e papà che sono i ladri, perché è un gioco. Così come possono vestirsi in modo strampalato perché tanto nessuno può dire nulla. È il giorno del “puoi essere chi vuoi”. Questo gioco lo facciamo a carnevale o a teatro a carte scoperte, ma nella vita ogni giorno indossiamo maschere diverse, più o meno lineari con il nostro vero sé.


Ogni giorno, ognuno di noi, riveste molteplici ruoli: figlio, genitore, partner, amico, compagno, collega, capo, confidente… Ecc ecc …
Tutti questi ruoli portano a mostrare dei lati diversi di noi e può essere che qualcuno ci conosca solo per un aspetto del nostro agire.
Questo comporta inevitabilmente un grande dispendio di energia da parte nostra per tenere tutti quei “ruoli” distinti tra loro e può generare confusione in chi si interfaccia con noi, se il comportamento adottato in un ruolo non è lineare con un altro per il quale ci conoscono. Facciamo un esempio: se una persona mi conosce come professionista, all’interno di quel ruolo io manterrò un certo linguaggio, mi presenterò indossando certi capi ed evitandone altri, i miei commenti personali li terrò ben custoditi, lasciando spazio alla parte professionale. Se quella stessa persona, ad un certo punto, mi incontra ad un concerto, io avrò sicuramente un atteggiamento molto diverso da quello che è abituato a vedere e potrebbe domandarsi quale delle due è la vera me.
Siamo composti da più parti, non da una soltanto.
Quello su cui però dobbiamo intenderci sono i principi.
Io posso indossare abiti diversi, avere un linguaggio diverso, un atteggiamento più “libero” , ma resto me stessa nelle idee, nei valori, nel senso profondo di me, o almeno, questo significherebbe avere uno sviluppo sano. I bambini sanno benissimo che il comportamento che hanno con i genitori è diverso da quello che devono tenere a scuola o dai nonni o da un amico. Imparano fin da piccoli a misurare la loro essenza e a calarla in ruoli differenti, adattandola a quell’abito e fa parte di uno sviluppo sano, ma comporta un enorme carico di stress e di difficoltà nel farsi un’idea precisa di chi sono loro realmente (possibile personalità frammentata se non supportata).
È necessario accompagnarli in questa visione multipla di sè, ricordando loro che siamo formati da tanti pezzettini, che sono tenuti insieme da un’unica arteria. È quella che dobbiamo comprendere bene quale sia, gli altri sono solo abiti che possiamo cambiare a nostro piacimento.

Come le maschere di carnevale, i ruoli che indossiamo ogni giorno sono tante sfaccettature della nostra identità, ma l’arteria che collega ogni pezzo è una sola: il nostro vero sé. È essenziale sostenere i bambini nel loro cammino di scoperta, affinché comprendano chi sono davvero e possano adattarsi ai diversi ruoli che la società richiede, senza mai dimenticare la forza e l’autenticità che scaturiscono dal cuore della loro essenza.

Come sostenere i bambini nella ricerca di sè? 

E’ fondamentale creare un ambiente sicuro e di supporto che favorisca l’esplorazione di sé e l’espressione autentica. Ci vengono in sostegno la comunicazione efficace e l’educazione emozionale. 

  1. Ascolto attivo: Prestare attenzione alle loro parole, emozioni e bisogni senza giudicare. Questo li aiuterà a sentirsi compresi e liberi di esprimere ciò che provano senza paura di essere respinti.

  2. Educare alla consapevolezza: Aiutarli a riconoscere le proprie emozioni, passioni e talenti, facendo domande che li stimolino a riflettere su ciò che li rende unici. Ad esempio, “Cosa ti rende felice?” o “Cosa ti piace fare di più?”.

  3. Rispettare la loro individualità: Ogni bambino ha una personalità e un mondo interiore unico. È importante incoraggiare le loro inclinazioni naturali e aiutarli a comprendere che la diversità di emozioni, preferenze e pensieri è una ricchezza e non un ostacolo.

  4. Educare alla verità: Essere un esempio di autenticità. I bambini apprendono molto osservando gli adulti che li circondano. Se vedono che l’autenticità e la verità  sono un valore, tenderanno a farla propria, anche verso se stessi. 

  5. Rafforzare la resilienza: Insegnare loro che è normale adattarsi a diversi ruoli in diverse situazioni, ma che il loro valore non dipende da come si comportano in un dato momento. L’importante è restare fedeli ai propri principi e saper riconoscere quando si sta indossando una “maschera”.

  6. Educare all’inclusione e all’empatia: Far capire che ognuno ha il diritto di essere se stesso, e che adattarsi ai vari ruoli della vita non significa cambiare chi siamo, ma saper interagire con gli altri in modo positivo e rispettoso.

  7. Promuovere il gioco e l’espressione creativa: Attraverso il gioco e l’arte, i bambini possono esplorare diversi aspetti della loro personalità e comprendere che, anche se possono recitare ruoli diversi, sono sempre loro stessi al centro di ogni esperienza.

Il processo di scoperta del sé è continuo e va accompagnato con amore, pazienza e consapevolezza, affinché ogni bambino possa sentirsi sicuro nel suo percorso di crescita e nel suo diritto di essere autentico.