Se possiamo godere del piacere dei sensi, se possiamo orientarci nell’ ambiente, pensare, sentire e soprattutto sperimentare la vita in tutte le sue sfumature è grazie al corpo, questo ‘strumento’ magnifico e perfetto ricettore del mondo esterno , conduttore e amplificatore di quello interno.
Il corpo comunica sempre, ci identifica, ci presenta al mondo e traduce per noi il mondo. L’ ambiente esterno e quello interno sono in continua comunione e reciproca influenza; gli effetti dunque sono osmotici ed il corpo il principale risultato di questo scambio.
Il corpo delle donne nel corso dei secoli è stato fortemente ‘canonizzato’, l’ideale di bellezza è cambiato radicalmente nel corso dei secoli e cambia tutt’ora in base al sistema socio-culturale in cui si trova ‘esposto’ . Nel generico accade che una cultura celebri in alternanza uno stile piuttosto che un altro, spesso ad uso e consumo di industria e produzione. La fisicità della donna sopperiva (e sopperisce tutt’ora) al canone estetico della moda del momento, sottoponendosi anche a durissime e rischiosissime pratiche ( corsetti, fasciature e stringhe, digiuni, malformazioni fisiche varie ecc.).
Tutt’oggi si aspira ad un ideale di perfezione fortemente e subdolamente indotto dalla pubblicità, dai social media e dalle case di moda; solo marginalmente iniziano a svilupparsi movimenti di ‘normalizzazione’ del corpo nelle sue naturali manifestazioni che, differendo dal canone ideale, vengono altrimenti chiamati “difetti” .
Molto facilmente quindi una giovane donna può crescere scollegandosi dal suo corpo, dai suoi bisogni reali e dal suo naturale modo d’ essere per seguire il modo in cui DEVE essere (pena la possibile emarginazione dal gruppo o dalla società) , perdendo così la connessione con la sua ciclicità.
Non a caso negli ultimi tempi aumentano situazioni problematiche nel rapporto con l’ alimentazione, dall’ anoressia all’ obesità passando da varie etichette ,tra cui la più moderna e variamente interpretata “curvy” ; non a caso , con il bombardamento di immagini a cui siamo sottoposti aumentano situazioni di bullismo (cyberbullismo) o body shaming ( l’ atto di deridere una persona per una qualsiasi caratteristica del suo aspetto fisico), non a caso milioni di donne si ammalano sempre più di tumore al seno o all’ utero, non a caso milioni di donne riportano problematiche e difficoltà con l’ apparato riproduttivo, non a caso questo può avere ripercussioni anche nella relazione con la propria sessualità ed il relativo piacere.
Proprio per la sua capacità creativa e rigenerativa il corpo di una donna in un solo mese cambia almeno 3 o 4 volte; nel corso di una vita intera mantiene una costante che è appunto il cambiamento. E’ per preservare il benessere del corpo stesso, durante queste cicliche e naturali trasformazioni ,che è importantissimo ampliare il più possibile il livello di coscienza e conoscenza del proprio corpo in modo da accompagnarci durante queste trasformazioni e trarne il massimo beneficio psico-fisico. Sarebbe utile, per non dire forse necessario, (a mio avviso indispensabile), educare le giovani donne al rapporto con il ciclo mestruale, alla relazione diretta con il proprio corpo, con i cambi ormonali, con la fame reale e quella emotiva, con il bisogno di riposo, il bisogno di movimento, la flessibilità, il sonno, le emozioni, la pancia e il cuore.
Il senso del ‘bello’ non è mai un valore assoluto ma la coscienza collettiva per il momento ha tutto l’ interesse a renderlo tale. Attualmente il culto della bellezza femminile è collegato maggiormente ,come condizionamento culturale, alla magrezza e/o alla massima definizione del muscolo ( condizionamento che interessa e attiva diverse macchine economiche – industriali ) oltre che all’ idea di ‘perfetto’, niente smagliature, niente peli, niente rughe o segni del parto : il corpo della donna è ancora fortemente erotizzato, reso oggetto ad uso e consumo a volte delle donne stesse che sono le loro peggiori nemiche.
L’ immagine della Donna ha ancora molta strada da fare per potersi ritenere “identità libera e forte”. L’ indipendenza economica non basta per poter affrancare la figura della donna dalle problematiche del passato, anzi io credo che si sia imprigionata ancora di più in segrete ben nascoste. Bisogna passare anche (e ancora) dall’ indipendenza affettiva, emotiva e dal riprendersi il proprio corpo, viverlo con cosapevolezza e elevarlo a Tempio per l’ anima.
Il benessere del corpo non può essere calato dall’ alto e nemmeno provenire dall’ esterno in senso generale ; una relazione sana con il proprio corpo è un patto di alleanza , un unione che permette di accedere anche alla dimensione dell’ anima. Corpo ed emozione sono strettamente connessi, corpo e pensiero sono strettamente connessi, l’ anima che tiene insieme tutto e che lo eleva a tempio ha bisogno che ci sia questa alleanza per esprimersi. A volte bisogna disimparare ciò che abbiamo fatto nostro dall’ esterno per imparare l’ ascolto e la cura di reali bisogni e necessità, perchè il corpo parla sempre.
Il poeta e scrittore tedesco Christian Morgenstern diceva : ” Bello è tutto ciò che si guarda con amore”.
Allora un corpo che viene trattato con rispetto e amore non può che essere anche portatore di bellezza.
Una donna che entra in contatto con la sua ciclicità, la sua capacità di trasformarsi, di generare nuova vita nella varie forme e modalità con cui la Vita può esprimersi ,diventa una donna che comunica non solo con il corpo ma anche con l’ anima, diventa una donna attraente nel senso che può portare a sè le persone in modo da condividere il suo stato, il suo contatto profondo con il corpo, la sua bellezza più vera.
Auguro ad ogni donna di godere e onorare questo bellissimo dono, partendo esattamente da come è.
Maria Rosa Iacco