Si dice : "quando nasce un bambino nasce anche una madre".
Il parto mi ha portato ad una delle lezioni di vita più grandi: lasciare andare le aspettative ed il controllo e stare con ciò che è. Per quanto ci si possa preparare prima, tutto ciò che conta è riuscire ad abbandonarsi all'istinto e prepararsi all'inaspettato. E questa esperienza mi ha dato modo di guardarmi bene intorno, oltre che dentro, e rendermi conto di tanti piccoli dettagli che portano ad un senso di comunione piu profonda con le altre donne e mamme.
Quando sono potuta scendere dal letto, dopo un cesareo d'urgenza, mi sono sentita estranea a me stessa. Avevo scoperto ,per la prima volta nella mia vita, la vulnerabilità di un corpo affidato totalmente alle cure di altri; un corpo stremato da ore e ore di travaglio, digiuno di cibo e di sonno, il pianto della frustrazione di non poter più affrontare tentativi di un parto vaginale, il terrore di un ago, il pianto fortissimo del mio bambino e l'angoscia delle ore che passavano senza poterlo stringere a me.
La luna era piena e il reparto anche; uscita dalla stanza mi sono guardata intorno e tutte camminavamo nello stesso modo sghembo, tutte con i capelli sfatti, il viso tirato ma con lo sguardo fiero di chi aveva appena finito di correre una maratona e tagliato il traguardo. Ho sentito un senso di appartenenza a quel mondo di maratonete e di sorellanza. Eravamo tutte in trasformazione. Questo mi ha aiutato ad ampliare la prospettiva (del mio parto fuori dai piani) a vedere come, ognuna di noi, nella sua diversità, si destreggia attraverso l' esperienza della maternità che forgia il corpo e le anime.
Una volta a casa ha inizio l'avventura !
Affrontare il post parto è come salire sulle montagne russe con tanto di effetto sorpresa: verso la luce del sole in un momento e verso il baratro in un altro. Puoi viverla così, come una giostra, un gioco, attraversando i momenti di caduta sapendo che poi risali o lasciarti inghiottire. Può durare pochi giorni, qualche mese o alcuni anni, quest sali e scendi turbinoso, è parte del soggettivo viaggio.
Per alcune donne le prime volte sole con un neonato possono essere molto complesse a livello emotivo, possono portare un vero e proprio senso di impotenza. Si prova vergogna anche per queste emozioni, e questo rende difficile il parlarne.
Si pretende, da ogni donna appena diventata madre, che sappia, che sappia essere e che sappia fare, che sia naturalmente pronta, senza tenere conto della vita precedente a quella nascita, di come è arrivata fino a lì questa nuova mamma. Non per tutte l'integrazione avviene in modo automatico, veloce ed indolore.
Alcune donne hanno bisogno di tempo per creare un legame con colui o colei che hanno portato in grembo ; alcune donne pensano di non essere capaci a priori; alcune donne vengono sopraffatte dalle paure e dalle angosce ; alcune donne scoprono di essere nate per quello e di essere pronte da sempre.
Partorire è a tutti gli effetti il rompersi , aprirsi ad una vulnerabilità tale da poter consentire il passaggio alla vita ad un altro essere umano. E questo avviene non solo a livello fisico.
La Donna deve conoscere la Madre, fare spazio alla Madre e questo processo avviene in modi e tempi differenti per ognuna.
Ho appreso che non bisogna mai dare per scontato nulla, persino la donna più forte che tu conosca può sentire di potersi rompere in mille pezzi e avere paura di non riuscire più a metterli insieme.
Ed in effetti la ricomposizione del quadro darà vita ad una nuova persona.
La nascita ha molto a che fare con la morte, è necessario far morire, in senso metaforico, il "prima" per offrire una trasformazione sana ed equilibrata al poi. E nulla nel processo di vita-morte-vita avviene senza lasciare un segno.
Persino la coppia più solida dovrà sostenere lo scossone di un nuovo arrivo, di un nuovo equilibrio da trovare e di nuovi ruoli da sostenere.
Su cosa allora porre maggiormante l'attenzione durante il post parto?
Chiedere aiuto
Saper chiedere aiuto può essere salvifico e se non lo si faceva prima, ad onor dell'indipendenza o dell'orgoglio, la maternità può essere un buon momento per imparare a farlo con dignità e fiducia. Chi abbiamo intorno generalmente è ben felice di offrirlo purché ci si conceda di lasciar andare la guerriera che fa tutto da sola a tutti i costi.
Fin dall'alba dei tempi le nuove madri sono state sostenute, incoraggiate ed aiutate, soprattutto dalle altre donne, con amore e devozione.
Quando si dice che "per fare un bambino ci vuole un villaggio".
Una madre che custodisce e nutre ha bisogno di essere custodita e nutrita, non di armi da guerriera ma dello sguardo fiero di chi si sta occupando di qualcosa di prezioso per tutti.
Di che tipo di aiuto si parla? Dalla cura della casa alla preparazione dei pasti, dalle lavatrici a concedere il tempo per una doccia lenta e rigenerante, da fare la spesa a darsi l'opportunità di prendersi cura del proprio corpo. Un aiuto emotivo nel momento in cui ci reniamo conto che il senso di sopraffazione può minare la relazione con il nostro bambino o con noi stesse (ed in questo caso bisogna saper chiedere un aiuto professionale).
Si entra in una capsula fatta di poppate, pannolini, nanne, coliche, reflusso, primi sorrisi, la magia di tutte le prime volte in un tempo fuori dal tempo che sembra non avere fine.
Molti vedono una donna seduta sul divano o su una poltrona ad allattare, scambiando questo come riposo o "far niente", senza sapere quanto possa essere magnifico e allo stesso tempo estenuante il lavoro di cura di un' altro essere umano, un lavoro a tempo pieno che non conosce pause, orari, giorno, notte o turni. A volte ci si sente come in un loop.
Una donna che ha appena partorito, e che sta processando nuove informazioni tutte insieme, non dovrebbe essere lasciata sola a meno che non lo chieda lei espressamente ; ha bisogno di un supporto pratico ma anche affettivo, emotivo, che abbraccia, che incoraggia e tifa per questa trasformazione.
" Hei, stai facendo un ottimo lavoro, sei una brava mamma. Sappi che se vuoi piangere puoi, se vuoi una pausa puoi, continuerai ad essere una brava mamma."
Abbandonare l'idea del 'come prima'
Se questo concetto lo teniamo da conto fin da subito sicuramente partiamo avvantaggiate. La nascita di un figlio apporta grandi cambiamenti ai quali sicuramente adattarsi con gradualità. La priorità è il benessere del bambino e della mamma (ricordo che una mamma serena più facilmente potrà sostenere la crescita di un bambino sereno) e i bambini hanno ritmi lenti, vivono in un tempo molto molto lontano dal nostro. Considerando che è la loro prima esperienza di mondo e che ogni cosa che accade all'interno e all'esterno del loro corpo richiede processi di elaborazione e assimilazione.
Bisogna fare della lentezza un'abitudine ed essere disposti al piano B, C, D eccetera. Se vediamo tutto questo come una nuova incredibile avventura in un ottica di curiosa scoperta invece che la frustrazione (che sicuramente di tanto in tanto ci farà visita) potremmo sperimentare una buona dose di stupore. Anche se i piani cambiano si può continuare a fluire.
Tra le cose che non saranno più 'come prima' c'è la relazione di coppia. Inevitabilmente la coppia riceve uno scossone con l'arrivo del bambino. Si rompe e chiede una nuova visione. La rottura è necessaria per poter trovare un nuovo equilibrio includendo a quello di partner il ruolo di genitore. Ciò che conta è, a mio avviso, non dimenticare che la coppia viene prima dei figli. Una coppia solida e sana favorirà una crescita armoniosa e renderà semplice questo processo di ricostruzione; diventa molto importante potersi ritagliare dei momenti a due, anche brevi all'inizio, ma necessari per mantenere un collegamento come partner e ri.conoscersi. La trascuratezza di questo aspetto lascia vuoti che a lungo andare si fanno sentire.
Il nostro corpo chiede tempo e amore
Probabilmente le immagini delle Star che ad un mese dal parto tornano esattamente come prima possono creare aspettative errate, come i racconti dell'amica, della cugina, della conoscente. Un corpo che ha partorito, indipendentemente dal tipo di parto vissuto, ha subito un forte stress oltre ad essere un corpo che ha impiegato ben 9 mesi per le modifiche necessarie al nostro bambino. Indicativamente il tempo giusto (e veritiero) per la ripresa si aggira intorno ai 9/12 mesi post parto (la fine dell'esogestazione). Diete drastiche e sport aggressivi possono provocare più danni che benefici. Senza fretta, il corpo sà ripristinare. In caso di dubbi comunque sempre meglio rivolgersi a professionisti e, come nel punto uno, chiedere aiuto.
Bisogna tenere presente che muovere il corpo sicuramente aiuta a prevenire e/o sostenere momenti complessi come la depressione post parto. Anche passeggiare tutti i giorni risulta un antidepressivo naturale.
Fare confronti è assolutamente inutile e controproducente , ogni corpo è a sè e conta molto anche come è stato trattato durante la gravidanza. Comprendo che la pressione sociale possa portare a paragonarsi, a vedersi non conformi all'immagine socialmente approvata ma ricorda che tu non sei un'immagine, che il tuo corpo ha fatto un lavoro enorme fino ad oggi e che ha bisogno più che mai di essere trattato con rispetto, amore e gratitudine. Senza essere necessariamente troppo indulgenti ma con la giusta misura, trattandoti come faresti con una persona che ami.
Uccidere la super-donna
Esiste questo immaginario comune della donna che, diventata madre, si trasforma nella super-donna; una donna produttiva a lavoro, ottima casalinga, amante performante e mamma perfetta sempre. Questa idea è, appunto, solo un'idea, non è la realtà. Ci saranno momenti in cui riuscirai ad avere energia sufficiente per ogni ambito (rarità) ed altri in cui qualcosa chiederà di più, momenti in cui avrai bisogno di dedicarti maggiormente al bambino e non importa se la casa non è in ordine, momenti in cui potrai dedicarti maggiormente al lavoro e altri in cui potrebbe essere trascurato il rapporto di coppia o viceversa, momenti in cui sfoggerai un look impeccabile ed altri in cui farai appena in tempo ad infilarti una t-shirt. La vita è fatta di momenti e la perfezione esiste nel riconoscere che siamo imperfetti.
Lo psicoanalista Winnicott parla della mamma 'sufficientemente buona' liberando la donna da questa idea di perfezione e infallibilità e sostenendo appunto il concetto che ai bambini non serva affatto una mamma perfetta, ai bambini serve una mamma 'sufficientemente buona', sana e autentica nelle sue imperfezioni, dalla quale apprendere ad affrontare la vita nella sua complessità.
Nell'uccidere metaforicamente la super-donna, bisogna imparare l'arte di delegare. Spesso ciò che porta all'esaurimento è il carico mentale che la mamma assume tendenzialmente in forma maggiore all'interno della famiglia anche un pochino come forma di controllo. Delegare e ridistribuire il carico significa anche portare un equilibrio di responsabilità e di abilità a beneficio di tutta la famiglia.
Mamma di serie A e di serie B
Lo dico subito che non esistono. Un parto cesareo ha la stessa dignità di un parto vaginale, ciò che conta è la volontà di dare alla luce. L'allattamento in formula ha la stessa dignità dell'allattamento al seno, ciò che conta è la volontà di nutrire. Ogni epoca ha avuto opinioni a favore o contro, ciò che conta però alla fine è l'idea che la madre si fa di sè stessa a seguito delle scelte compiute. Se l'allattamento al seno porta tensioni e stress a mamma e bambino e il latte in formula risulta risolutivo, ben venga! Se una mamma vuole allattare al seno dopo l'anno di età ed è nella pace dei sensi (e idem il suo bambino), ben venga!
L' OMS supporta l'allattamento al seno "finche mamma e bambino lo desiderano", questo risponde a tutte le domande, sia per chi compie una scelta che per chi ne compie un'altra. Non importa quanto possa essere aspro il giudizio altrui, una donna che accudisce, nutre e protegge, una donna attenta ai bisogni del proprio bambino è una madre che ama, a prescindere. Questo vorrei che ogni donna potesse rispondere alle critiche eventuali ed anche alla voce più implacabile che è quella del suo giudice interiore.
Sano egoismo
Ci sono molti altri aspetti che possono emergere nel post parto e la particolarità della vita di ognuna di noi le porterà alla luce man mano. Un'ultima osservazione vorrei farla sul senso del sacrificio. Il sacro-uffizio, cioè rendere sacra una nostra azione. per essere madri sufficientemente buone bisogna trovare il posto per coltivarci, prenderci cura della donna che c'è a sostenere la madre. Un sano egoismo libero dai sensi di colpa che ci porta a prenderci il tempo per l'allenamento, per l'estetista, per una cena con le amiche o per leggere un libro. Fare la doccia NON E' "tempo per se", quello rientra nei bisogni primari così come poter mangiare con calma. Il tempo per la cura di sè (esteriore ed interiore) è necessario per potersi rigenerare, fare una pausa, prendere la giusta distanza per vedere le cose sotto una nuova prospettiva e aumentare le nostre energie a disposizione. Questo sano egoismo è da ricercare, nella giusta misura e senz vergogna, per il bene di tutti.