“Avrei bisogno di una giornata di 48 ore” ;
“Oggi non ho concluso praticamente nulla”
“Mi sono sdraiata sul divano, pensavo di riposare 5 minuti, mi sono svegliata dopo 2 ore. Brava! Così non hai fatto la lavatrice, lavato il pavimento, rifatto il letto, cucinato! Sei proprio pigra!”
Se ti capita di rivolgerti queste frasi e tante altre che siano svalutanti, siediti comodo, usa questi pochi minuti per leggerti dentro e portare un po’ di luce nella percezione di te.
Pensi spesso di non fare abbastanza, di non essere performante e questo pensiero crea, per te e intorno a te, le condizioni ideali per confermare la tua visione.
Ma rifletti con calma… Che cosa hai fatto questa mattina da quando ti sei svegliato/a?
Hai preparato la tua colazione, magari anche quella per i tuoi figli o per tua moglie/tuo marito; hai accompagnato i tuoi figli a scuola o sei andato al lavoro pensando ai tuoi cari e gli hai dedicato un pensiero affettuoso. Sei passato dal fornaio/giornalaio, gli hai sorriso e hai scambiato due parole anche se andavi di fretta. Al lavoro hai salutato i colleghi e vi siete bevuti insieme un caffè, scaricando la tensione delle ore trascorse tra l’organizzazione di un lavoro e la realizzazione di un altro, passando magari per la relazione con i clienti e lo scambio di idee con il vostro superiore. Sei andato/a a riprendere i tuoi figli a scuola, hai ascoltato con attenzione la loro giornata; sei tornato/a a casa e li hai aiutati con i compiti, accolto le loro ansie per l’interrogazione del giorno dopo, hai portato uno di loro a calcio/danza/pallacanestro o judo, sei andato/a a riprenderlo, hai parlato con il maestro/allenatore e hai dedicato del tempo all’ascolto delle sue vicende durante la lezione.
A casa hai preparato la cena cercando di bilanciare proteine-carboidrati-fibre e hai portato in tavola il tuo miglior sorriso pur avendo il viso stanco. Hai mantenuto la conversazione con i tuoi famigliari e cercato di pensare al momento presente e non ai tuoi doveri di domani. Dopo cena hai stirato la maglietta preferita di tuo figlio perché sai che la desiderava tanto; hai chiesto a tuo marito/moglie cosa avrebbe voluto guardare in TV, hai portato fuori il cane dopo averlo coccolato.
Sei andato a letto, per la stanchezza il tuo libro è rimasto sul comodino. Hai chiuso gli occhi e hai pensato: “oggi non ho fatto nulla eppure sono così stanco/stanca”.
In quel “non ho fatto nulla” sono racchiusi i tuoi sorrisi più belli, il tuo ascolto attento, la tua capacità di rendere più bella la giornata di qualcun altro. In quel “non ho fatto nulla” c’è quell’anima che ogni giorno crea più bellezza intorno a sé con gesti semplici, gentili, educati. Quel “ho fatto poco” che in realtà fa la differenza per molti.
Perché non dovrebbe fare la differenza per te?
Perché, troppe volte, sottovaluti quello che fai e soprattutto quello che sei? Perché ti dai per scontato/a e pensi che chiunque potrebbe fare quello che fai?
Le cause possono essere molteplici, ma riflettiamo insieme su tre aspetti che probabilmente riguardano anche te:
–L’effetto abitudine: Quando facciamo qualcosa con costanza, smettiamo di percepirne il valore. Se aiuti regolarmente un collega, ascolti un amico o porti avanti un progetto, con il tempo ti sembrerà normale. Ma non dovrebbe mai essere dato per scontato, perché ogni giorno fai quella determinata cosa, SCEGLIENDO di farla.
–L’autocritica eccessiva: Il nostro cervello tende a concentrarsi su ciò che non è stato fatto piuttosto che su ciò che abbiamo realizzato. Questo meccanismo ci spinge a credere di non essere mai abbastanza produttivi o meritevoli.
–La sindrome dell’impostore: Molte persone di talento sentono di non meritare il riconoscimento che ricevono, attribuendo i propri successi al caso o all’aiuto altrui. Questo porta a minimizzare il proprio contributo.
Come superare questa percezione?
Ogni sera, chiediti: “Se una persona cara facesse ciò che ho fatto oggi, come lo vedrei?”Questo aiuta a uscire dalla propria prospettiva e ad apprezzare il proprio valore.
Prova poi a scrivere tre cose che hai fatto bene durante la giornata, anche piccole. Vedrai che sono molte più di quelle che pensi.
Fondamentale in questo percorso di rivalutazione di sè e del proprio operato, è ricavarsi del tempo per se stessi senza sensi di colpa.
Ma come bilanciare altruismo e “me time”?
–Metti in agenda il tempo per te stesso: tratta i tuoi progetti personali con la stessa serietà con cui tratti gli impegni con gli altri. Bloccati del tempo in calendario e rispettalo come fosse un appuntamento importante.
–Impara a dire “no” con rispetto
Dire di sì a tutti può essere dannoso per la tua crescita. Puoi aiutare senza sacrificarti, mettendo dei limiti ben precisi. Es. Posso aiutarti sabato mattina dalle 8 alle 10, ma non tutto il giorno.
–Distingui tra aiuto spontaneo e obbligo
A volte, ci sentiamo in dovere di aiutare sempre, ma non ogni richiesta è una necessità. Chiediti: “Questa persona può cavarsela anche senza di me?” Se la risposta è sì, forse puoi concederti più spazio.
–Trova attività che ti nutrono e ti rigenerano
Se ti dedichi agli altri senza mai ricaricare le tue energie, rischi di esaurirti e non poter essere di aiuto a nessuno, tantomeno a te stesso. Assicurati di coltivare passioni, hobby e momenti di relax. Quando è stata l’ultima volta che ti sei chiesto: che cosa voglio fare ora?
–Riscopri i tuoi talenti e le tue passioni
In che cosa ti ritieni bravo/a? Se non lo sai, inizia subito la tua ricerca! Non pensare di non averne, sicuramente ne hai molti di più di quelli che ti riconosci. Una volta che li scopri, coltivane più che puoi.
“Oggi non ho fatto nulla” è una frase auto-svalutante che non ti permette di gioire appieno della tua vita.
Il cambiamento parte da te:
–Riconosci ciò che fai: Annota le tue vittorie, anche le più piccole. Il cervello ha bisogno di prove concrete per cambiare convinzioni radicate.
–Accetta i complimenti: Quando qualcuno ti elogia, invece di minimizzare, prova a dire semplicemente “Grazie”. Ti aiuterà a interiorizzare la tua importanza.
–Trattati con la stessa gentilezza che riservi agli altri: Se un amico dicesse “Non faccio mai abbastanza”, probabilmente lo incoraggeresti. Fai lo stesso con te stesso.
–Dai valore al tempo che dedichi a te stesso: Crescere, migliorarsi e prendersi cura di sé non è egoismo, ma un investimento che ti renderà ancora più capace di dare agli altri.
Riconoscere il proprio valore non significa smettere di essere umili, ma imparare a vedersi con occhi più giusti.
Da oggi, a piccoli ma costanti passi, puoi iniziare il tuo cambiamento. Marzo è il mese dei nuovi inizi, un’altra primavera sta arrivando….Trova il tuo modo per sbocciare!
Se l’articolo ti è stato utile o di spunto per qualche riflessione, scrivimi.
Aspetto i tuoi commenti.
Manuela Griso